Maestri e messia di vita

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Conte di Saint Germain

IO SONO

30.08.2012 09:11

Io sono.

A te che leggi, io parlo.

 

A te, che per lunghi anni, vagando innanzi e indietro, hai con ardore cercato nei libri, negli insegnamenti, nelle filosofie, nelle religioni, non sai neppure tu che cosa: la verità, la felicità, la libertà, Dio.
A te, Anima stanca e scoraggiata, quasi senza speranza, che molte volte hai afferrato un barlume della verità cercata, solo per riconoscere che essa si dileguava come il miraggio nel deserto.
A te che credesti d'averla trovata in qualche grande istruttore, capo riconosciuto di una Religione, Fraternità o Società, e che ti pareva un «maestro» - tanto meravigliose erano la sua sapienza e le opere sue - solo per risvegliarti più tardi alla scoperta che quel maestro era soltanto una persona umana, con difetti, debolezze e colpe segrete, pur avendo potuto essere tramite di splendidi insegnamenti apparsi a te come la più alta verità.
A te, di nuovo stanco e affamato, senza guida; a te io sono venuto.
E sono venuto anche a te, che hai cominciato a sentire la presenza della Verità nella tua anima e cerchi la conferma di ciò che lotta vagamente dentro di te, per esprimersi.
Sì, a quanti hanno fame del vero «pane di vita» io sono venuto.
Sei tu pronto a ricevere il mio cibo? Se lo sei, fa cuore. Siedi.
Calma la tua mente umana e segui strettamente la mia parola qui pronunciata. Oppure forse ti allontani, deluso ancora una volta, con nel cuore il morso della fame insaziata?
Io! Chi sono io, che sembro parlare con sì conscio potere e autorità?
Ascolta. lo sono tu; quella parte di te che è e sa, che sa tutte le cose, che sempre seppe e sempre fu. Io sono tu, il tu Sé; quella parte di te che dice Io sono ed è Io sono. Io sono quella parte più alta di te stesso, che vibra entro di te mentre leggi; che risponde a questa mia parola, che ne percepisce la verità, che riconosce per sua natura tutta la verità e scarta ogni errore dovunque lo trovi. Ciò io sono: non quella parte di te che sino a oggi s'è nutrita dell'errore.
Poiché io sono il tuo vero Istruttore, il solo che tu conoscerai sempre, il solo Maestro; io, il tuo Sé divino.
Io, il tuo Io sono, ti reco questo mio messaggio, la mia vivente parola, come ti ho portato ogni cosa in vita, libro o «maestro», povertà o ricchezza, amara esperienza o amore, allo scopo di insegnarti che io, io solo, il tuo vero Sé, sono il tuo istruttore; il solo istruttore e il solo Dio, che provvede e ha sempre provveduto a te, non solo il pane e il vino della vita, ma anche tutto ciò che occorreva al tuo mantenimento e al tuo sviluppo fisico, mentale e spirituale. Perciò, quello che fa appello a te mentre leggi è il mio messaggio, dettato alla tua coscienza umana esterna dal di dentro, ed è solo una conferma di ciò che l'Io sono di te sempre seppe interiormente, ma che non aveva ancora tradotto in termini ben definiti alla tua coscienza esterna. Così pure tutto ciò che sempre fece appello a te, venendo da qualche espressione esterna, non era che la conferma della mia parola già pronunziata dentro di te; quell'espressione esterna era il canale, il mezzo da me scelto in quel momento per impressionare la tua coscienza umana.
Ma io non sono la tua mente umana, né il figlio suo, l'intelletto: essi sono soltanto l'espressione del tuo essere, come tu sei l'espressione del mio essere; essi sono soltanto fasi della tua personalità umana, come tu sei una fase della mia divina impersonalità.
Pesa e studia attentamente queste parole.
Sorgi e liberati per sempre dal dominio della tua personalità, con la tua mente e il suo intelletto così gonfi ed esaltati di se stessi; poiché la tua mente, d'ora innanzi, deve essere la tua serva e l'intelletto il tuo schiavo, se vuoi che la mia parola penetri nella coscienza dell'anima tua. Io sono venuto ora alla coscienza dell'anima tua, dopo averla stimolata per prepararla a ricevere la mia parola. Se sei abbastanza forte per sopportarla; se puoi sbarazzarti di tutti i tuoi capricci, di tutte le tue credenze, di tutte le tue opinioni personali - rottami da te raccolti nei campi coltivati da altri -; se sei forte abbastanza da gettarli via; allora la mia parola sarà per te una sorgente inesauribile di gioia e di felicità.
Ma sii preparato al fatto che la tua personalità dubiterà di queste mie parole man mano che le leggerai; poiché la sua vita è minacciata, ed essa sa che non può vivere e prosperare, né dominare più a lungo i tuoi sentimenti, il tuo andare e venire, come prima, se tu accetti nel tuo cuore la mia parola e le permetti di dimorarvi.
Sì. Io sono venuto a te, ora, a farti conscio della mia presenza; poiché ho già preparato la tua mente umana in modo che essa possa, fino a un certo punto, comprendere il significato di me.
Io sono sempre stato con te, ma tu non lo sapevi; ti ho espressamente condotto attraverso il Deserto dei libri e degli insegnamenti, delle religioni e delle filosofie, tenendo sempre davanti agli occhi della tua anima la visione della Terra Promessa; alimentandoti con la manna del Deserto, perché tu potessi ricordare e apprezzare il pane dello Spirito e anelare a esso.
Ora ti ho condotto sulla riva del Giordano che ti separa dal tuo divino retaggio. Ora è venuto per te il tempo di conoscermi coscientemente; è venuto il momento di attraversare il fiume e di passare nella Terra di Canaan, nella terra del latte e del miele. Sei pronto? Vuoi andare?
Allora segui questa parola che è l'Arca del mio patto, e passerai a piedi asciutti.

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Storia di Vita

30.08.2012 09:05

 

Verso il 1700 gli abitanti della piccola Rue de Hirondille, a Parigi, spiano stupefatti le strane abitudini di un loro inquilino. Da qualche anno "mastro Dumas" è diventato improvvisamente ricchissimo, e ha smesso di frequentare la Chiesa. La sua vita è un mistero anche per sua moglie, visto che passa la giornata chiuso in soffitta, dove ha allestito una specie di laboratorio. E c'è dell'altro: tutti i venerdì verso le tre del pomeriggio un orribile omino nero arriva su un vecchio ronzino a fargli visita. L'uomo lega la povera bestia che ha sulla groppa una ferita ripugnante, davanti alla casa di mastro Dumas, e sale direttamente nel laboratorio.



Nessuno sa chi sia nè soprattutto cosa venga a fare.



Il 31 dicembre 1700 l'omino si presenta più presto: sono le dieci del mattino quando si arrampica sul solaio. Riparte verso mezzogiorno. Alle cinque del pomeriggio la moglie di mastro Dumas, preoccupata di non sentire più rumori dal solaio, sale, chiama, bussa, e infine fa forzare la porta del laboratorio.
Ma la stanza è vuota: Mastro Dumas si è volatilizzato.
La polizia fa frugare da cima a fondo l'abitazione: invano. Naturalmente la notizia si diffonde per tutta la città, e arriva anche alla corte dove il marchese di Villeret racconta il fatto a Luigi XV, allora poco più che un bambino, che ne rimase molto colpito.

Cinquantotto anni dopo uno strano gentiluomo attira tutti gli sguardi alla corte di Francia. Si fa chiamare conte di Saint Germain, ma il suo vero nome è ignoto.
D'altra parte, è mai possibile che abbia un nome all'anagrafe un uomo che sostiene di essere immortale e dimostra di avere doti straordinarie come quella della chiaroveggenza?

Quanto alla sua immortalità, ne abbiamo una conferma dal racconto della vecchia contessa di di Vergy. La prima volta che era stato annunciato il nome del conte alla corte di Luigi XV la contessa nel vederlo era rimasta molto sorpresa: si ricordava molto bene di averlo incontrato una cinquantina d'anni prima a Venezia dove suo marito, il conte di Vergy, si era recato in qualità di ambasciatore. E ora, dopo mezzo secolo, se lo ritrovava davanti immutato nel volto e nel comportamento. Subito gli aveva chiesto se la persona conosciuta a Venezia fosse il padre di Saint Germain, ma il conte le aveva risposto che a Venezia c'era lui in persona, e che si ricordava di lei. Aveva rievocato infatti piccoli particolari che non avrebbe potuto conoscere da altri: La contessa stupefatta aveva osservato: "Ma allora dovreste avere almeno cent'anni...", e lui: "non è impossibile, signora; io sono forse più vecchio di quanto non sembri".

 

"Al pari di Prometeo,

egli rubò il fuoco

per cui il Mondo esiste e tutto respira,

La Natura al suo comando

obbedisce e si muove:

Se non è dio egli stesso,

un dio possente l'ispira."

 

 

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Il lato attivo dell’infinito di Carlos Castaneda.

(...) Ogni essere umano possiede due menti: una è completamente nostra ed è simile ad una voce debole che ci porta sempre ordine, direzione e uno scopo preciso; l’altra è invece una installazione estranea che ci porta conflitti, arroganza dubbi e disperazione.

Le nostre meschinità e le nostre contraddizioni sono il risultato di un conflitto trascendentale che affligge tutti noi, ma di cui solo gli sciamani sono dolorosamente e disperatamente consapevoli: si tratta del conflitto delle nostre due menti. 

Una è la nostra vera mente, il prodotto delle nostre esperienze di vita, quella che parla di rado perché è stata sconfitta e relegata nell’oscurità. L’altra, quella che usiamo ogni giorno per qualunque attività quotidiana, è un’installazione estranea. 

Per risolvere il conflitto delle due menti occorre avere l’intenzione di farlo. Gli sciamani evocano l’intento pronunciando a voce alta e chiara la parola intento: è una forza che esiste nell’universo, e quando gli sciamani la evocano si presenta loro e predispone il sentiero per la realizzazione. Questo significa che gli sciamani riescono sempre a fare quello che vogliono. 

L’intento può essere evocato per qualunque motivo, ma gli sciamani hanno imparato a loro spese che si presenta loro solo per qualcosa di astratto. E’ la loro valvola di sicurezza, senza la quale sarebbero insopportabili. Nel tuo caso, evocare l’intento per risolvere il conflitto delle tue due menti o sentire la voce della tua vera mente non è una questione meschina, triviale o arbitraria: al contrario, è astratta ed eterea, e riveste per te un’importanza fondamentale. 

Prova a pensare a ogni singolo essere umano che esiste sulla faccia della terra e, senza ombra di dubbio, scoprirai che chiunque sia, qualunque cosa pensi di se stesso o possa mai fare, il risultato delle sue azioni è sempre lo stesso: figure insensate davanti a uno specchio. 
Non dare retta a quella voce superficiale che ti fa arrabbiare. Devi invece prestare ascolto a quella più profonda che ti guiderà d’ora in avanti, la voce che ride. Ascoltala e ridi con lei. Ridi! Ridi! (...)


Eckahrt Tolle

Se sei in grado di essere totalmente presente, facendo ogni passo nell’Adesso, se sei capace di sentire la realtà di cose tali come “il corpo interiore”, l’”arrendersi”, il “perdono” ed il “non manifestato”, allora ti aprirai all’esperienza di trasformare il potere di adesso.

• Tu non sei la tua mente!
• La consapevolezza è la via d'uscita dal dolore
• Come entrare in profondità nell'Adesso
• Strategie mentali per essere nell'Adesso
• Come accettare l'Adesso e il significato dell'Arrendersi

E' la nostra mente a causare i nostri problemi, non le altre persone, non "il mondo esterno". E' la nostra mente, con il suo flusso di pensieri pressoché costante, che pensa al passato e si preoccupa del futuro. Noi commettiamo il grave errore di identificarci con la nostra mente, pensando che questa sia la nostra identità, mentre in realtà noi siamo esseri ben più grandi.

Per intraprendere il viaggio nel Potere di Adesso abbiamo bisogno di lasciare da parte la nostra mente ed il falso sé che questa ha creato: l'ego. Sebbene il viaggio sia pieno di sfide, Eckhart Tolle ci guida con un linguaggio semplice, nella forma di domande e risposte. Le indicazioni sono le parole stesse.

Per molti di noi, lungo la via, vi sono nuove scoperte da fare: noi non siamo la nostra mente. Possiamo trovare l'uscita dal dolore psicologico. L'autentico potere umano si trova arrendendosi all'Adesso.
Scopriamo anche che il corpo è in effetti una delle chiavi per entrare in uno stato di pace interiore, così come lo sono il silenzio e lo spazio intorno a noi. Infatti l'accesso è disponibile ovunque. I punti di accesso, o portali, possono tutti essere usati per portarci nell'Adesso dove i problemi non esistono. E' qui che troviamo la nostra gioia e che siamo capaci di abbracciare il nostro vero sé. E' qui che scopriamo che siamo già completi e perfetti.

Molti di noi troveranno l'ostacolo maggiore a questa realizzazione nelle relazioni, specialmente le nostre relazioni intime. Ma siamo ancora in un territorio nuovo dove tutto non è più quello che sembrava. Giungiamo a vedere che le nostre relazioni sono altro passaggio verso l'illuminazione spirituale se le usiamo saggiamente, per diventare più consapevoli e più amorevoli.
Il risultato? Una reale comunione fra noi stessi e gli altri.


"Che cosa avverrà quando i singoli seguaci
dei diversi sistemi religiosi s'intenderanno
e quando il cristiano dirà al buddhista:
"Io credo al tuo Buddha come tu stesso credi in lui"?
Cosa avverrà quando il buddhista dirà al cristiano:
"Io sono in grado di comprendere
il mistero del Golgota come lo comprendi tu"?
Che cosa avverrà nell'umanità quando
un tale atteggiamento sarà generalizzato?
Verrà la pace fra gli uomini, verrà il reciproco
riconoscimento delle religioni. E questo deve venire.
Il movimento scientifico-spirituale deve creare
una reale reciproca comprensione delle religioni."
(Rudolf Steiner)

Frasi di Osho

In amore non essere un mendicante,
sii un imperatore.
Dà e resta semplicemente
a vedere cosa accade…

La vita è un dono meraviglioso
cerca di viverla intensamente
senza sciuparne neppure un attimo.
Solo allora capirai il gusto
di ogni tua azione
bella o brutta che sia!

Nella serietà non puoi mai essere libero; nella serietà sarai perseguitato dall’ansia; nella serietà hai sempre paura che qualcosa possa andare storto.
Con me niente può andare storto perché non c’è niente che sia dritto.
Se c’è qualcosa di dritto, allora qualcosa può andare storto; se non c’è niente di dritto, niente può andare sorto.
Questo è il significato del concetto orientale di “leela”, gioco”.

Puoi fare un errore solo se hai un piano, a quel punto sai dove hai sbagliato.
Io non faccio piani, non faccio progetti.
Vado avanti a fare ciò che accade nel momento.
E ciò che accade va assolutamente bene, perché non c’è modo di giudicare, non c’è criterio, né pietra di paragone.
Questa è la sua bellezza. E questa è libertà.

È un’anima espansa quella che può fare musica.
E le anime vengono espanse, stirate, dalla trazione esercitata dagli opposti: punti, gusti, desideri, lealtà opposte.
Dove non esistono polarità, dove le energie fluiscono senza problemi in una sola direzione, si faranno molte cose, ma non musica, si farà molto rumore, ma non musica.
La musica è creata dall’incontro del suono e del silenzio, la musica è creata dagli opposti.

Se l’esistenza è una sola, e se l’esistenza si prende cura degli alberi, degli animali, delle montagne, degli oceani; dal più minuscolo filo d’erba fino alla stella più grande e allora si prenderà cura anche di te.
Perché essere possessivi?
La possessività dimostra solo una cosa, che non ti fidi dell’esistenza. Vuoi organizzare per te una forma distinta di sicurezza, di garanzia; non ti fidi dell’esistenza.
La non possessività è di base fiducia nell’esistenza.
Non c’è bisogno di possedere perché il tutto ti appartiene già.

Sei stato un po’ troppo serio di recente, seriamente… è tempo di lasciar perdere!
Fatti una bella risata e metti da parte i tuoi bei piani. Davvero non ne hai bisogno.
Ciò che dovrà accadere accadrà e tu hai una scelta: andarci insieme o andarci contro.

Tutti vogliono la libertà; almeno a parole, ma nessuno è veramente libero.
E nessuno vuole veramente essere libero, perché la libertà comporta responsibilità; non arriva da sola.

Piangere e lamentarsi è un modo naturale, una valvola di sfogo per fare sì che le emozioni accumulate, la tristezza, siamo espulse dal sistema: è una profonda pulizia. Ogni uomo e ogni donna dovrebbero imparare a piangere perfettamente.
E a goderselo! È una cosa così rinfrescante, ti alleggerisce!
E dopo aver pianto, non solo i tuoi occhi diventano freschi, ma tutto il tuo essere diventa puro, semplice, innocente.
Ritorni alla verginità che una volta ti apparteneva e che hai perso… ritorni immacolato.
Dopo un bel pianto ti senti come dopo aver fatto un bel bagno, è come se l’anima avesse fatto una doccia.

Con le regole fisse c’è sicurezza, comodità convenienza.
Lascia andare quel comfort, lascia andare quella convenienza, quella sicurezza.
Comincia a vivere una vita pericolosa. E una vita è vita solo quando vivi pericolosamente, quando è una grande avventura, un’esplorazione di ciò che rimane sempre sconosciuto.

Sii sempre consapevole della mente, perché cerca in ogni modo di trovare conforto in spazi inconsci; attraverso le droghe, attraverso mezzi autoipnotici e altro.
Cominci a essere consapevole di tutto ciò che normalmente avviene in modo inconscio, per esempio la rabbia, la gelosia, l’orgoglio; e la tua consapevolezza diventerà più profonda.
Agisci consapevolmente, anche negli atti quotidiani, sii consapevole. Ad esempio camminando, mangiando, parlando e la tua consapevolezza si espanderà.

Ti sorprenderà sapere che tutto ciò che vedi è stato inventato da persone giocose, non dalle persone serie.
Le persone serie sono troppo orientate verso il passato, continuano a ripetere il passato, perché sanno che funziona.
Non sono mai inventive.

Non confondere mai l’intelletto con l’intelligenza: sono poli opposti.
L’intelletto appartiene alla testa; ti viene insegnato da altri, ti viene imposto.
Devi coltivarlo. È una cosa presa a prestito, una cosa estranea; non è innato.
Invece l’intelligenza è innata. È il tuo stesso essere, la tua stessa natura.

Rimanere fedele alle verità che il cuore e l’anima ti stanno dicendo potrebbe non convenirti, in questo mondo così formale e cerimonioso.
Ma se hai il coraggio di ascoltarli troverai qualcosa di intimamente molto prezioso.
Verità e convenienza non sono mai andate molto d’accordo.
Abbi fiducia nel tuo coraggio.

Se ti radichi bene nel corpo, il tempo della celebrazione e della festa, non è lontano.
Appena senti che la serietà, e la sua amica rigidità, vengono a trovarti, parti al galoppo come un cavallo pazzo.
Essere fluidi significa essere vivi. La rigidità appartiene alla morte. Abbi cura di stare dalla parte giusta…

Guarda certe persone: sono infelici perché hanno fatto compromessi su ogni punto, e non possono perdonarsi di aver fatto quei compromessi.
Sanno che avrebbero potuto osare di più, e invece hanno dimostrato di essere dei vigliacchi.
Hanno perso valore ai loro stessi occhi, hanno perso il rispetto di se stessi.
Ecco cosa fa il compromesso.

Milioni di persone soffrono: vogliono essere amate ma non sanno come amare.
E l’amore non può esistere come monologo; è un dialogo, un dialogo pieno di armonia.

Una persona è molto ricca quando è vera eppure ha disciplina, autentica e disciplinata.
Quando queste due polarità si incontrano, diventi più totale.
Allora sta a te.
Qualsiasi cosa la situazione richieda, tu rispondi nel modo richiesto.
Ci sono situazioni che richiedono disciplina, ci sono situazioni in cui la disciplina deve essere messa da parte e si diventa spontanei.
Non hai un modo fisso.
Non hai un carattere.
Sei fluido, scorri e sei più vivo.
La vita circola in te e non ti porti dietro dei pezzi di cadavere.

Districarti nell’intenso groviglio di emozioni nate dall’aver smarrito te stesso nella folla, non dovrebbe essere troppo difficile.
Fa male dimenticarsi di sé e vivere seguendo un copione scritto da altri. Ricordati di te!… e di quel senso di verità che trovi solo nel tuo cuore.

Abbandona l’idea che attaccamento e amore siano una cosa sola.
Sono nemici.
È l’attaccamento che distrugge tutto l’amore.
Se nutri e alimenti l’attaccamento, l’amore verrà distrutto; se nutri e alimenti l’amore, l’attaccamento scomparirà da solo.
Non sono una cosa sola; sono due entità separate, reciprocamente antagonistiche.

Nasci già col desiderio intenso di crescere, di andare da qualche altra parte.
Il seme deve fare un lungo viaggio prima di diventare un fiore. È un pellegrinaggio.
Questo desiderio è molto bello, ci viene dato dalla natura.
Ma la società, finora, è stata molto abile: ha trasformato, deviato, stornato i tuoi istinti naturali per riversarli in qualcosa che va a suo vantaggio.

In una società migliore, formata da persone più comprensive, nessuno vorrà cambiarti.
Tutti ti aiuteranno ad essere te stesso perché essere te stesso è la cosa più preziosa al mondo.

La maggioranza è formata da sciocchi, da veri sciocchi. Guardati dalla maggioranza.
Se tante persone seguono qualcosa, è una prova sufficiente che è una cosa sbagliata.
La verità accade agli individui, non alle masse.

La persona intelligente non si attacca al passato morto, non trasporta cadaveri.
Per quanto belli siano stati, per quanto preziosi, non si porta dietro i cadaveri. Ha finito col passato; è andato e andato per sempre.
Ma la persona stupida è tradizionale. È pronta a seguire i preti, pronta a seguire qualsiasi stupido politico, pronta a eseguire qualsiasi ordine – è pronta a cadere ai piedi di chiunque abbia autorità.
Senza intelligenza non può esserci felicità.
L’uomo può essere felice solo se è intelligente, molto intelligente.

Voi potreste essere l’ultima generazione a cui è ancora possibile ribellarsi.
Se non vi ribellate, potrebbero non esserci più opportunità: l’umanità potrebbe essere ridotta allo stato di robot. Quindi ribellatevi, mentre c’è ancora tempo!

Le circostanze esterne non sono così difficili da cambiare, ma la letargia interiore è vecchia di secoli. L’incoscienza è così primitiva, le sue radici così profonde, che c’è bisogno di una determinazione totale da parte tua, una tremenda determinazione, un impegno, un profondo coinvolgimento. Devi rischiare il tutto per tutto. Altrimenti non ti sarà possibile trasformare te stesso, rimarrai sempre lo stesso.

Finora, l’intera umanità ha vissuto in maniera schizofrenica.
Ogni essere umano è stato lacerato, frammentato. Le religioni, le filosofie, le ideologie non sono stati processi di guarigione, di armonizzazione: sono state la causa alla radice di conflitti interiori e di guerre esistenziali: voi tutti non avete fatto altro che ferirvi.
La mano destra ha ferito la sinistra, la mano sinistra ha ferito la destra ed entrambe le mani ne sono uscite lacerate.

Anche se hai immaginato di essere indipendente, di recente puoi avere scoperto di esserlo meno di quanto pensavi.
Questo brusco risveglio è l’inizio del tuo viaggio fuori dal gregge e dentro la piena dignità della tua essenza individuale.
Ricorda te stesso.

A ogni pezzo delle antiche credenze che cade giù come una vecchia e arrugginita armatura, diventi sempre più leggero e più capace di celebrare la tua vita liberamente; proprio in questo momento, stai puntando a un incontro diretto con la verità. Meno bagaglio hai e più facile è che accada.

A ogni pezzo delle antiche credenze che cade giù come una vecchia e arrugginita armatura, diventi sempre più leggero e più capace di celebrare la tua vita liberamente; proprio in questo momento, stai puntando a un incontro diretto con la verità. Meno bagaglio hai e più facile è che accada.

La morte non è la fine, bensì il crescendo della vita stessa, il suo culmine… Se hai vissuto nel modo giusto, se hai vissuto totalmente, attimo dopo attimo, se hai spremuto tutto il nettare della vita, la tua morte sarà l’orgasmo supremo.

L’uomo che vive del tutto privo di scopi, l’uomo che vive come se la sua vita fosse una passeggiata mattutina, senza una meta, quell’uomo è spirituale, la sua vita è sacra.

Qualunque cosa distrugga la libertà non è amore. Deve trattarsi di altro, perché amore e libertà vanno a braccetto, sono due ali dello stesso gabbiano.
Ogni volta che vedi il tuo amore in conflitto con la tua libertà, significa che stai facendo qualcos’altro in nome dell’amore.

Le persone originali danno sempre fastidio alla società. Non sono così facili da manipolare, rimangono se stesse. Cercheranno di vivere la propria vita non secondo uno schema, ma secondo la loro visione.
Se una persona ama la musica resterà magari un mendicante, ma continuerà a vivere la sua vita da musicista. Anche se gli fosse offerta la possibilità di diventare primo ministro, vivrà come un mendicante e insisterà a suonare la sua musica. Quella è intelligenza, perché solo quando vivi la tua vita secondo la tua luce, secondo la tua visione, secondo la tua voce interiore otterrai la beatitudine, l’appagamento.

La consapevolezza è la tua stessa natura: puoi dimenticarla, ma non puoi perderla. Non può essere rubata. È il tuo stesso centro.

Non c’è bisogno di correre. Non importa cosa succede intorno a te, mantieni un passo pacato che ti permetta di rimanere in sintonia con la brezza gentile della meditazione.
E appena te ne dimentichi, ritorna in quello spazio, semplicemente e senza sentirti in colpa. Sii la quiete nella tempesta.

In realtà il contrario dell’odio non è l’amore, il contrario dell’amore non è l’odio; è così chiaro, chi potrebbe sbagliarsi? In realtà l’opposto dell’amore è il falso-amore: un amore che finge di essere tale, e non lo è.

L’uomo libero è come una nuvola bianca.
Una nuvola bianca è un mistero; si lascia trasportare dal vento, non resiste, non lotta, e si libra al di sopra di ogni cosa. Tutte le dimensioni e tutte le direzioni le appartengono.
Le nuvole bianche non hanno una provenienza precisa e non hanno una meta; il loro semplice essere in questo momento è perfezione.

Puoi amare solo quando sei felice dentro di te.
L’amore non può venir aggiunto dall’esterno. Non è un indumento che puoi indossare.

Io concepisco un mondo senza povertà, senza classi, senza nazioni, senza religioni, senza alcun tipo di discriminazione.
Io concepisco un mondo unito, un’umanità unita, un’umanità che condivide ogni cosa materiale e spirituale, una profonda fratellanza spirituale.

Vivi momento per momento, muori al passato, non proiettare alcun futuro… godi il silenzio, la gioia, la bellezza di questo momento.

La povertà viene considerata da alcuni un’qualcosa di spirituale. Una vera sciocchezza. La povertà non è spirituale, è brutta. È una ferita che bisogna curare.

La saggezza sboccia nel tempio più segreto del tuo essere. Non è mai presa in prestito, non ha nulla a che vedere con il sapere, con l’informazione; non ha nulla a che fare con i testi sacri, le dottrine, i sistemi filosofici.
È la tua esperienza personale, individuale ed autentica.

Solo colui che ha abbandonato ogni credo si trova sul sentiero della verità. Altrimenti chi ha pregiudizi, ed un certo credo stabilito non può rivendicare alcuna verità. I credo sono una creazione della mente dell’uomo. La verità non conosce scissioni, pertanto colui che è libero da pregiudizi, ed è imparziale, diviene il detentore del vero, essendone padrone.

Quando diventi uno specchio senza pensieri, tutte le distinzioni scompaiono dal mondo.
Allora la rosa, l’uccello, la terra, il cielo, il mare, la sabbia e il sole sono tutti un’unica cosa, un’unica energia.

L’amore è una comprensione profonda del fatto che l’altro ti completa, ti rende un cerchio perfetto… conosce solo il dare e il ricevere diviene conseguenza.

Non dovete creare un tempio o una chiesa per Dio, è assurdo perché Dio è ovunque!
Per chi state creando un tempio, una chiesa o una moschea?
Se volete pregare potete farlo ovunque.
Dovunque vi inchiniate, vi inchinate a Dio, perché non esiste nient’altro.

Il credo è d’impedimento alla conoscenza; non aiuta ed è causa del credo che l’uomo è diviso.
Non è stato d’aiuto alla crescita spirituale; è stato una delle barriere più grandi.
Il credo vi suddivide in cristiani, hindu, mussulmani ecc.
Il credo divide la terra e generà guerre…

La meditazione è l’unico tempio in cui, quando entri sei davvero all’interno di un tempio.

Il problema autentico è risvegliare nell’individuo quel tanto di consapevolezza capace di generare in lui il desiderio di divenire libero, intelligente, autorealizzato e pienamente consapevole.

L’amore dovrebbe essere simile al respiro. Dovrebbe semplicemente essere una qualità dentro di te: ovunque ti trovi, con chiunque tu sia, e anche se sei solo, l’amore continua a fluire dal tuo essere.

Dio naviga in qualsiasi mare del mondo, è presente e non ha bisogno di essere trovato. Esistono semplicemente luoghi e momenti in cui non siamo capaci di essere consapevoli della Sua presenza. Troviamo Dio guardando all’interno di noi e intorno a noi, è anche in una goccia d’acqua che unendosi al mare diventa parte della sua vastità.

L’illuminazione è “la grande morte”, perché, con essa, non avrete più un corpo, non avrete più una mente, non avrete più il cuore, non avrete più nulla di ciò che possedete ora: non ne avrete più bisogno, perché sarete l’intero universo.

L’occidente non ha la più pallida idea della bellezza del nulla.


Osho: La Pace è Non-Mente

Il problema, che è alla base di tutti i problemi, è la mente stessa.

Quindi, come prima cosa, è necessario sapere che cosa sia la mente; di che materiale sia fatta, se sia un’entità o solo un processo; se sia sostanziale o solo un’apparenza.

E, a meno che non conosciate la natura della mente, non riuscirete mai a risolvere nessun problema della vostra vita.

Potete sforzarvi, ma se cercate di risolvere problemi singoli, individuali, siete destinati a fallire. Infatti, non esiste un solo problema individuale: la mente è il problema. Anche se risolvi questo o quel problema, non servirà a nulla, perché la radice rimane intoccata.

E’ proprio come potare i rami di un albero, sfrondarlo senza sradicarlo. Nuove foglie spunteranno, nuovi rami cresceranno, anche più di prima; la potatura aiuta l’albero a diventare più rigoglioso. Distruggerai te stesso, non l’albero.

In quella lotta, sprecherai energia, tempo, vita, e l’albero diventerà sempre più forte, più fitto e più folto. Non cercare di risolvere i singoli problemi separatamente: non ne esistono; la mente in quanto tale è il problema.

Ma la mente è nascosta sottoterra; per questo dico che è la radice: non si vede. Quando ti trovi ad affrontare un problema, questo è alla luce del sole, puoi vederlo, e per questo t’inganna. Ricorda sempre che ciò che si vede non è mai la radice: la radice rimane sempre invisibile, è sempre nascosta. Non lottare mai con ciò che è manifesto, perché ti troverai a lottare con delle ombre.

Se osservi la tua vita, puoi capire ciò che intendo dire. Non sto parlando della mente su un piano teorico, ma della sua realtà pratica. Questo è il fatto: la mente dev’essere dissolta.

Le persone vengono da me e mi chiedono: "Come si può arrivare ad avere una mente serena?" E io rispondo: "Non esiste niente di simile. Mente serena? Non ne ho mai sentito parlare." La mente non è mai serena, la pace è non-mente. La mente di per sé, non può mai essere serena, silenziosa. Per sua stessa natura, la mente è in tensione, è in uno stato di confusione.

La mente non può mai essere limpida; non può avere chiarezza, perché per sua natura è confusione, annebbiamento. La chiarezza è possibile senza la mente; la pace è possibile senza la mente; il silenzio è possibile senza la mente.

Perciò, la prima cosa da fare è comprendere la natura della mente.

Se provi a osservare, vedrai che non ti imbatti mai in qualcosa di simile alla mente. Non è una cosa, assomiglia a una folla. Esistono pensieri individuali, ma si agitano così velocemente che è impossibile vedere gli intervalli tra l’uno e l’altro.

L’insieme dei pensieri -- milioni di pensieri -- ti danno l’illusione che la mente esista. E’ proprio come una folla: milioni di persone che si affollano; esiste qualcosa che possa essere definibile "folla"? Puoi dire che una folla esiste, al di là di un insieme di individui che sono raccolti in uno stesso luogo? Ma il loro stare insieme, il fatto che sono raccolti in gruppo, ti dà la sensazione che esista qualcosa che puoi definire "folla".

Questo è il primo passo nella comprensione della mente. Osserva e troverai i pensieri, ma non incontrerai la mente. E se questa osservazione diventa davvero una tua esperienza diretta, molte cose inizieranno a cambiare.

Osserva la mente, e guarda dov’è, che cos’è. Scoprirai che i pensieri galleggiano, e che esistono spazi intermedi fra l’uno e l’altro. E se prolunghi la tua osservazione, ti accorgerai che gli intervalli sono più numerosi dei pensieri, perché ogni pensiero deve essere separato dall’altro; di fatto, ogni parola è separata dall’altra. E più vai a fondo, e più intervalli troverai, e sempre più ampi. Vedrai un pensiero che galleggia, poi uno spazio dove non c’è alcun pensiero; quindi verrà un altro pensiero, poi un altro spazio ancora.

Se sei inconsapevole, non puoi scorgere questi intervalli: salti da un pensiero all’altro, non vedi mai quell’intervallo. Se acquisti consapevolezza, vedrai spazi sempre più numerosi; se diventi del tutto consapevole, allora ti si riveleranno spazi immensi. E proprio in quegli spazi, la verità bussa alla tua porta. In quegli spazi si realizza dio, o in qualsiasi altro modo tu voglia chiamare questa esperienza.

Accade proprio come con le nuvole: le nuvole si muovono, e possono essere così dense, da non permettere di vedere il cielo nascosto dietro di loro. Si è perduta l’azzurra vastità del cielo; sei completamente avvolto dalle nuvole. In questo caso continua a osservare: una nube si muove e un’altra non è ancora entrata nel tuo campo visivo e... all’improvviso, uno squarcio nell’azzurro del cielo infinito.

La stessa cosa accade dentro di te: tu sei l’azzurra vastità del cielo, e i pensieri sono come nubi che si librano sopra di te, ti riempiono.

Questa è dunque la prima cosa: la mente non esiste come entità separata, solo i pensieri esistono.

La seconda cosa: i pensieri esistono indipendentemente da te; non sono un tutt’uno con la tua natura, ma vanno e vengono, mentre tu continui a esistere, permani. Tu sei come il cielo: è sempre là, né viene, né va. Le nubi invece passano; sono un fenomeno di pochi attimi, non durano in eterno. Anche se cerchi di attaccarti a un pensiero, non puoi trattenerlo a lungo: deve andare, perché nasce e muore. I pensieri non sono tuoi, non ti appartengono. Sono visitatori, ospiti, ma non sono i padroni di casa.

Osserva profondamente, e a quel punto sarai davvero il padrone e i pensieri saranno gli ospiti. E finché rimangono tali sono belli, ma se ti dimentichi completamente di essere il padrone di casa, ed essi prendono il tuo posto, allora sarai nei pasticci. Ecco cos’è l’inferno: tu sei il padrone di casa, la casa ti appartiene, ma i padroni sono gli ospiti... ricevili, prenditene cura, ma non ti identificare con loro, altrimenti diventeranno i padroni.

La mente diventa il problema, perché i pensieri sono così profondamente radicati in te, che hai scordato completamente le distanze fra te e loro, ha scordato che sono solo dei visitatori che vanno e vengono.

Ricorda sempre colui che dimora in te: quella è la tua natura. Stai sempre attento a ciò che mai va e mai viene, proprio come il cielo. Cambia la "gestalt": non ti fissare sui visitatori; rimani radicato nella consapevolezza di essere il padrone: gli ospiti potranno andare e venire.

Il mattino, il giorno, la sera, vengono e poi se ne vanno; arriva la notte e poi ancora il mattino. Tu permani (non in quanto "tu", perché anche questo è un pensiero) in quanto pura consapevolezza; non il tuo nome, anche questo è un pensiero; non la tua forma, anch’essa è un pensiero; non il tuo corpo, perché un giorno ti accorgerai che anch’esso è un pensiero: solo pura consapevolezza, senza nome, senza forma. Solo la purezza, l’assenza di forma e di nome; solo il fenomeno reale dell’essere consapevole; solo questo permane.

Se ti identifichi, diventi la mente. Se ti identifichi, diventi il corpo. Se ti identifichi diventi il nome e la forma, e a questo punto il padrone si è perso e tu dimentichi l’eterno e ciò che è momentaneo acquista importanza e rilievo.

Ciò che è momentaneo è il mondo, l’eterno è divino.

Questa è la seconda intuizione a cui devi giungere: riconoscere che tu sei il padrone e i pensieri sono gli ospiti.

Se continui a osservare, presto arriverai al terzo punto: ti accorgerai, cioè, che i pensieri sono stranieri, intrusi, estranei. Nessun pensiero ti appartiene: entrano sempre dall’esterno; tu sei solo un passaggio. Un uccello entra in casa da una porta e vola via da un’altra. Proprio come un pensiero entra e esce da te.

Un pensiero è altrettanto esterno a te, quanto un oggetto.

Esiste una qualità dell’essere completamente diversa, che nasce dal non pensiero: non pensieri positivi o negativi, semplicemente uno stato di non pensiero. Limitati ad osservare, rimani consapevole, ma non pensare. E se qualche pensiero entra... ed entrerà sicuramente, perché i pensieri non sono tuoi, galleggiano nell’aria. Tutt’intorno esiste una noosfera, una sfera del pensiero che ti circonda completamente. Così come l’aria, il pensiero è tutt’intorno a te, e continua a entrare in te per conto suo: si ferma solo col crescere della tua consapevolezza. Allorché diventi più consapevole, il pensiero scompare semplicemente, si dissolve, perché la consapevolezza crea un’energia più forte del pensiero.

La consapevolezza è come il fuoco per il pensiero. Quando accendi una lampada in casa, l’oscurità non riesce più a entrare; la spegni, e da ogni parte il buio si diffonde: in meno di un attimo ti avvolge. L’oscurità non entra in una casa con le luci accese; i pensieri sono come l’oscurità: entrano soltanto se all’interno non c’è luce. La consapevolezza è un fuoco: più diventi consapevole, meno pensieri entrano in te.

Se ti integri veramente nella tua consapevolezza, i pensieri non entrano in te: diventi come una cittadella inespugnabile, niente può penetrarvi. Ciò non significa essere chiusi, anzi, vuol dire essere incondizionatamente aperti, ma la stessa energia della consapevolezza diventa la tua roccaforte. E se i pensieri non possono entrare in te, ti gireranno intorno e se ne andranno. Li vedrai arrivare e, semplicemente, non appena ti arrivano vicini, prenderanno un’altra strada. A quel punto potrai andare ovunque, niente potrà sfiorarti più.

Questo è ciò che intendiamo per illuminazione.


MAHATMA GANDHI

Ci limiteremo, al momento, a riassumere il "Gandhi Pensiero" con questa citazione, a nostro avviso, efficace quanto disarmante nella sua semplicità.


"Dio è un pozzo, ogni religione vi attinge,
l'una con un secchio, l'altra con una giara, la terza con un otre.
Guardiamo all'acqua e non alla forma dei nostri recipienti."